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Il mio ultimo libro “Dividersi dal passato”


Il mio ultimo libro “Dividersi dal passato”, pubblicato per i lettori albanesi nel mese di aprile di quest’anno, fu progettato e scritto fin dall’inizio per poter essere tradotto, proposto e possibilmente pubblicato in lingua italiana. La scrittura è tale da poter aderire agli standard richiesti ad una pubblicazione di livello affine al mio secondo libro in italiano “Rai&Albania”.

Nella versione albanese il libro è composto da 456 pagine ma verrà proposto in italiano sintetizzato in 200 pagine e con un titolo diverso. Per l’occasione, oltre ad oscurare gli eventi che non costituiscono interesse per il lettore italiano, verranno aggiunti altri dall’effetto diametralmente opposto.

Mentre gli eventi principali sono reali, alcuni personaggi e determinati eventi sono stati costruiti secondo i criteri artistici.

Al centro del libro vengono posti l’arresto e la carcerazione richiesta da parte di un procuratore della Direzione Antimafia di una grande città italiana nei confronti di un ex Vice Ministro dell’Interno del regime comunista albanese. L’uomo non era a capo del temibile Sigurimi della dittatura, ma della Agensia per l’Informazione e la Sicureza Esterna, quel servizio segreto portato avanti al di fuori dei territori albanesi attraverso informatori camuffati da diplomatici.
Questo è stato il suo ruolo dal 1982 al 1989, rendendolo testimone di molti episodi chiave della stessa storia albanese così come dei rapporti tra Roma e Tirana.

Il libro inizia con l’arresto nel dicembre 2003 dell’ex Vice Ministro all’aeroporto di Bologna, giunto lì con un visto regolare motivato da un’impresa economica di gemellaggio con una camera di commercio del paese e si conclude a gennaio 2005 con la pronuncia di non colpevolezza. Il “gioco” dell’allonatanamento dai confini per poterlo portare all’estero viene organizzato tramite un’operazione combinata in maniera non del tutto chiara da parte di un determinato settore della procura e polizia del luogo assieme ad un gruppo strettamente limitato di persone a Tirana. Per la prima volta viene svelato all’opinione pubblica in questo libro quel che si cela sotto l’unico arresto fuori dai confini nazionali di un ex alto funzionario statale albanese.

In verità, nonostante le accuse di contrabbando di sigarette verso l’Italia, se non addirittura verso altri paesi Europei, tutto risulta montato, deviato e in alcuni casi anche pesantemente falsificato al fine di colpire e discriminare internazionalmente non solo lui, ma lo stesso premier albanese del periodo. Questo caso viene esposto all’opinione pubblica attraverso l’articolo “Il padrino dell’Albania”, divulgato a luglio del 2002 sulla rivista italiana “L’Espresso”.

Diversamente dalla versione albanese, in italiano il libro non riporterà la citazione concreta dei media o degli autori dell’articolo. Risulta ormai risaputo che il premier albanese dell’epoca citò la rivista per calunnia e venne risarcito. Il libro testimonia che i fili dell’intrigo della demonizzazione come capomafia della guida del governo albanese fondano le loro radici a Tirana ma è in alcuni ambienti in Italia, a causa di ragioni spiegate dall’autore, che trovano collaborazione.

Avendo come tema fondamentale la messa a nudo di questo intrigo, il maggiore tra le due rive nelle due ultime decadi, si fa luce su quella parte della vita dell’ex Vice Ministro degli Affari Interni legata alla sua obbligatoria funzione: come tutti i colleghi predecessori durante l’ultima decade del regime comunista fu incaricato di occuparsi del transito illegale di sigarette dalle coste albanesi verso la Puglia. Per la prima volta nel libro viene compiuto il tentativo di mostrare come realmente funzionava la base segreta di questo contrabbando vicino al porto di Durazzo e allo stesso tempo vengono scoperte le persone chiave appartenenti a multinazionali americane di tabacco. In questa occasione il lettore viene informato dell’uso da parte dei servizi di intelligjence albanesi di una simile attività all’ulteriore scopo di raccolta di informazioni segrete e salvaguardia della sicurezza nazionale.
Episodi avvenuti storicamente nel periodo 1982-2005, ma intrecciati in un ritmo sempre più veloce durante il tempo in cui si svolge l’evento principale, l’arresto e la scarcerazione (dicembre 2003-gennaio 2005), vengono sottratti per la prima volta dal segreto i legami e i contatti diretti, trasversali e a tratti supposti tra i servizi di intelligjence comunisti albanesi e i servizi di intelligence italiani e americani.
Trovano posto nel libro alcuni aspetti del conflitto aperto tra i pro-occidentali e i pro-orientali durante il regime comunista, una battaglia che ha accompagnato lo stato albanese durante tutta la storia della formazione della sua identità. Vengono riportati per i lettori episodi sconvolgenti del massacro interno compiuto ai vertici del governo dell’unico partito in potere, conosciuto come Bureau politico, riguardo l’eliminazione fisica , a volte perfino senza traccia, di tutti i pretendenti al posto del successore del dittatore, il quale versava all’inizio degli anni ottanta in aggravate condizioni di salute fino a passare a miglior vita nel 1985.

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